Lo dico subito: sono smaccatamente di parte, quindi per scrivere un pezzo sul concerto che Edoardo Bennato -accompagnato, come sempre, dalla BeBand- ha tenuto ieri sera al Carroponte di Sesto San Giovanni basterebbero un paio di righe. Sarebbe sufficiente dire che questo signore di 77 anni ha suonato per quasi due ore e mezza davanti ad un publico assolutamente rapito ed entusiasta.
Punto. Anzi punto esclamativo e tutti a casa felici e contenti.

Ma Edoardo Bennato si merita di più per almeno un paio di ragioni, a mio avviso, significative: la prima, e più ovvia, è che ha scritto moltissime canzoni stupende.
La seconda, non meno importante, è che grazie a lui, alle sue canzoni e alla sua leggendaria Eko 12 corde più di una generazione si è avvicinata alla musica e alla chitarra. 
Suonare in modo decente Mangiafuoco, con il suo rapido cambio di accordi da fare a tempo, è sempre stato un punto di arrivo e di partenza per chiunque abbia  mai preso in mano una chitarra.
E allora si capisce perchè, giustamente, Bennato abbia un posto particolare nella storia della musica leggera, lui direbbe nel rock, di questo Paese.
E non è poco.
Bennato ha una credibilità che si è costruito con album leggendari e migliaia di concerti veri.
Bennato ha riempito San Siro nel 1980, capiamoci.
Bennato, ancora oggi, si può permettere il lusso, perché di questo di tratta, di salire su di un palco da solo, con la sua chiatarra, l’armonica, il tamburello a pedale e il kazoo e fare un concerto.
E il concerto sta dannatamente in piedi.

Quando ieri, puntualissimo, si è presentato da solo e ha attaccato Abbi Dubbi penso che nessuno abbia avuto la sensazione, neppure per un istante, di avere di fronte una vecchia gloria in cerca di applausi nella sua Last Dance.
Bennato fa quello che fa perché gli piace farlo.
Gli piace suonare e cantare.
Gli piace trasmettere sensazioni al pubblico.
Gli piace l’alchimia che si crea con la BeBand sul palco.
Gli piace il Rock n’ Roll.

Alla fine è stato un concerto e non uno show, e questa è una differenza sostanziale.
Se hai davvero qualcosa da dire fai un concerto, se è intrattenimento allora fai uno show che, per carità, sarà pure bello ma è tutta un’altra cosa.
Certo se hai scritto canzoni che sono nella vita e nella storia di tutti noi di cose ne hai, evidentemente, dette tante ed è più facile fare un concerto ma, comunque, a 77 anni devi avere la voglia di metterti  e rimetterti in gioco.

In una scaletta con i classici irrinunciabili -come fai a non suonare l’Isola che non c’è, Il Gatto e la Volpe, Mangiafuoco, Cantautore, La Fata ? Semplicemente non puoi- e il giusto mix fra il lato acustico e un’anima rock blues Bennato ha inserito alcune canzoni, forse meno note, ma che la dicono lunga sia sulla lungimiranza sia sulla sua capacità di dare una lettura amaramente critica degli avvenimenti di questo Paese.
Dall’album E’ Arrivato Un Bastimento, correva l’anno 1983, ha estratto Una Ragazza che è un piccolo capolavoro letto alla luce di quello che accade troppo spesso oggi.

Da Pronti a Salpare ha estratto La Calunnia è un Venticello -da brividi le immagini di Tortora e Mia Martini proiettato sul maxi schermo-, Pronti a Salpare e A Napoli 55 E’ ‘A Musica.
E qui bisogna spendere due parole sulla BeBand.
Gennaro Porcelli (chitarre e voce), Giuseppe Scarpato (chitarre banjo e voce), Arduino Lopez (basso), Roberto Perrono (batteria) e Raffaele Lopez (piano e organo Hammond) sono la band che da anni non solo accompagna ma supporta Bennato live.
Bennato si fa avvolgere dal groove caldo della BeBand e, in qualche modo, ne è protetto.
L’anima del gruppo -più blues che rock- valorizza i pezzi dando colore ma senza essere invadente.
Certo gli assoli di Porcelli e Scarpato ci sono e fanno la loro scena ma è nell’accompagnamento blues e funky blues che il suono “grosso” delle Les Paul fa quadrare al meglio i conti.

Gran finale con Notte di Mezza Estate e tutti sotto il palco a ballare.
Un grazie sincero all’architetto Edoardo Bennato da Bagnoli, Napoli.
E’ stato davvero bello essere al Carroponte ieri sera ad ascoltarti. 

Sergio Beonio Brocchieri

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