FIGLI DI MADRE IGNOTA – Fez club (2007 Saphary Deluxe/Venus)

Fisarmoniche, trombe, ukulele, percussioni, chitarre, cori e corni, sax, charango, persino sedie. Questa band italo/spaghetti/balcanica sfrutta tutti gli strumenti a disposizione per sfornare un disco tra il folk (italiano e non, per esempio Ronin e Beirut) e la patchanka di Mano Negra o più recentemente Gogol Bordello.

Figli di madre ignota

Apre “Spaghetti balkan”, dall’andatura ska. Le prime parole sono “Calamari cadon nel risotto, la paella cuoce cuoce cuoce…” e a dire il vero lasciano un po’ perplessi, ma il sound si dimostra subito convincente. Seconda traccia è il singolo “Theme from paradise”, che si avvale della tromba di Roy Paci. L’effetto è da brividi, l’atmosfera cambia del tutto e diventa toccante. La vena ironica del primo brano ritorna più avanti in canzoni come “Nema problema tourist” o “Falafel express”, che ritorna ai riferimenti culinari della traccia di apertura.

Una band autenticamente vicina al folk-punk internazionale, da prendere sul serio molto più di quanto il nome così goliardico possa suggerire.


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