Folco Orselli Classe 1971, ci ha tenuto compagnia nella sua, nella nostra, Milano al birrificio Meneghino, con la sua musica e la sua grande capacità di intrattenere e divertire il pubblico; per questo mi diverte definirlo un “cantaintrattieniautore“.
Una chitarra, un pianoforte, le sue canzoni i suoi racconti, i ricordi della Milano di 30 anni fa, quella Milano che non esiste più ma che se sai come cercarla puoi ancora ritrovare.
Portavoce del folk milanese dribbla tra blues, swing, pop, country.
Le sue ballate ti riportano tra le luci e gli odori di ieri con una visione del tutto personale e contemporanea.
La sua esibizione ti porta in giro per la città, tra i binari incastonati nel pavè, tra i tombini e le mignotte.
La Ballata di Piazzale Maciachini” rende poetico anche il degrado di uno dei crocevia più trafficati alle porte della periferia; anche in questi luoghi si può trovare la felicità e l’amore.


L’amore lo possiamo trovare anche in via Paolo Sarpi con “Paolo Sarpi Blues” la china town della metropoli. Il brano è contenuto nell’album “Blues in Mi, Volume 1” dove “Mi” ci ricorda la sigla della città, il pronome personale in dialetto milanese (giocando con l’inglese Me) e ovviamente la nota Mi. Gli dei della musica a questo punto regalano un fuori programma, la rottura di una corda della chitarra di Folco, guarda caso proprio la corda del “Mi”.

Folco Orselli

è bravo tanto con la chitarra quanto col pianoforte e propone un pezzo per cacciare la solitudine “Il crogiuolo” affogata nel finale in un bicchiere di whiskey.
Le sue canzoni sono anche ricordi, ricordi di persone raccontate da suo padre, come la storia di “Jimmy Corea“; Jimmy voleva essere un musicista di jazz, suonava il pianoforte con il vizio di bere e una cicatrice sul cuore.
Riserva una canzone anche al Paolone, un barbone della stazione centrale innamorato della sua “barbonessa”. “La Ballata del Paolone” è un momento di romanticismo molto toccante.
Un pensiero con dedica a tutti i musicisti presenti in sala con “Pericolosamente retroattivo
Altro scorcio di una Milano notturna fatta di incontri solitari e irrequieti ce la rappresenta con “Avara Mara (Amara Mara)

Folco Orselli
Folco Orselli


Il suo spettacolo è fatto anche di sogni, quei sogni che rivelano inquietanti verità come quella svelata da Johnny Cash seduto sotto il patio di un ranch: “Una volta mischiata non puoi separare la birra dal brodo” introduzione d’obbligo per il bell’arrangiamento western del brano “Pallottole d’amore“.
Infine la nostalgia per le vecchie Varesine, il Luna Park nel cuore della città. Qui fino a metà degli anni ottanta, noi ragazzi di allora, passavamo qualche pomeriggio del doposcuola sognando l’America.
Oggi al loro posto ci sono i grandi grattacieli della Milano del futuro. Lì, i poeti, vedono ancora quelle giostre con lo scalone e la grande ruota panoramica che, come la musica di Folco Orselli, ti fa volare sopra ai tetti della vecchia Milano.

Folco Orselli sito ufficiale

Birreria Meneghino

Alberto Lodovichi per MusicHunter


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